Ok, non c’è niente di male nel provarci… Ma perché farlo quando la sfida appare persa già in partenza? L’obiettivo dei cechi Hypnotic Face, stando a quanto riportato in biografia, è quello di suonare il più simili possibile ai grandi dischi con cui Dave Mustaine e compagni, ai tempi d’oro, erano soliti sollazzare l’audience Metal. Non negherete che una simile aspirazione sia destinata a rimanere incompiuta per chiunque… Ma come può essere il risultato se i mezzi tecnici e compositivi della band in questione appaiono assai mediocri, se non addirittura inadeguati? Avete pensato bene: pessimo. Certo, il netto distaccamento dall’imperante trend del Thrash Metal scandinavo non può che essere accolto come una boccata d’aria fresca, tanto più se suoni puliti e diretti ne garantiscono una buona uscita; il problema sta nel fatto che la musica dei Megadeth non è facile da copiare quanto quella dei The Haunted o dei Carnal Forge, per cui una grave mancanza di talento può risultare ancor più disastrosa per il prodotto finale. È questo il caso degli Hypnotic Face, appunto: la band ci prova ad ispirarsi al riffing ed alla vena melodica di Mr. Mustaine, ma fallisce miseramente dando alla luce tracce scontate, prevedibili, banali, senza nerbo. Proprio il contrario di quanto scaturisce dalla cristallina classe compositiva dei Megadeth. Non solo, ma una tecnica strumentale mediocre peggiora ulteriormente le cose, dando a “The End Of Sanity” quel retrogusto amatoriale da band esordiente che di certo non giova. In conclusione, un disco che non funziona affatto: urgono maggiori professionalità e, soprattutto, un bel pò d’ispirazione in più per dare vita al prodotto a cui i nostri aspiravano. Tuttavia, come recita un vecchio adagio, ‘tentar non nuoce’…