Continua l’abbuffata di band che, emulando o cercando di emulare i grandi nomi dell’Aor statunitense degli anni ottanta e sfruttando il rinnovato interesse per questo genere di musica, soprattutto nelle nordiche latitudini del vecchio continente, tentano l’avventura artistica sperando di pescare il classico jolly della vita. Non fanno particolare eccezione neppure i debuttanti Human Temple, combo finlandese autore di un gradevole album come “Insomnia”, una collezione di brani di immediata orecchiabilità, che spazia tra il melodic rock di matrice prettamente scandinava e l’ Aor statunitense, non disdegnando taluni riferimenti ad una band come i Ten, probabilmente i maggiori ispiratori per il sound avvolgente dei finnici. I brani scorrono via con una certa fluidità, grazie ad un songwriting di qualità e pur senza raggiungere picchi particolarmente elevati, non possiamo imputare ad “Insomnia” di non colpire nel segno, ne’ di non avere lo spessore per essere apprezzato dai fautori del genere, anche se una traccia come “Desert Rain” rischia di rovinare la frittata, visto il quasi plagio nei confronti dell’ immortale ed inarrivabile “Candle In The Wind” di Sir Elton John. Peccato per questa caduta di stile, non tanto fine a se stessa, quanto emblematica per rimarcare una totale mancanza di originalità di certi prodotti attualmente in commercio, band che fanno il loro compitino, in questo caso più che sufficiente, ma che raramente si spingono oltre a quello.