Hexx – Under the spell

Inserisco gli Hexx in questa rubrica perchè, per dover di cronaca, va ammesso che la formazione californiana seppe tramutare il proprio sound in un qualcosa che, partendo dall’ Heavy Metal americano, giunse alle porte del Metal estremo con “Morbid reality” del 1991. Altri tempi: “Under the spell”, lavoro uscito per Shrapnel Records, uscì nel 1986 proponendo uno stile ben affiancabile a quello dei primi Metal Church: Heavy Metal a tratti veloce, con soventi incursioni Speed e frequenti reminiscenze Thrash all’interno del sound stesso. “Under the spell” è in un certo senso il disco del cambiamento, per gli Hexx, che nel 1984 avevano prodotto una piccola gemma di puro Heavy Metal indicabile nel nome di “No escape”. Trattasi di una band della Bay Area, e per gli Hexx fu pressochè impossibile divincolarsi dai prensili tentacoli del Thrash che fu. I riffs devastanti e Speed oriented di “Edge of Death”, i mille volti sonori di “A time of war” ed “Hell riders”, la fast track “Out of control” sono alcuni cenni tangenti nei confronti di quanto detto sopra. Lo screamer Dan Bryant fa la parte del leone, ignaro del fatto che il chitarrista Clint Bower l’avrebbe presto succeduto dietro al microfono su “Quest for sanity” del 1988. Il disco è d’ottima caratura, mantiene gran parte dell’attitudine propositiva Heavy Metal oriented che caratterizzava “No escape”, e tende ad esaltarla in pezzi come la riuscitissima “Suicide” o in “The Hexx”, il cui incipit batteristico (ad opera di Dave Schmidt) rimembra particolarmente quello della postuma “Painkiller”, brano di cui non vanno neppure specificati gli autori. Un disco, “Under the spell”, dall’importanza storica altissima: può piacere sia agli Heavy Metallers più intransigenti che ai Thrashers old style, ed in particolare agli adoratori di sonorità a’la Exciter. Un must nel suo genere, non di certo un capolavoro, ma sicuramente una prova che certifica che la Bay Area non era soltanto una miniera di innovazione ed estremismo, neppure nel cuore degli Eighties.