Gianni De Chellis Project – La Guerra Dei Sensi

Cover
Tracklist
1 – U.s.a.
2 – Kriss
3 – La guerra dei sensi
4 – Eros
5 – Philos
Recensione
Genere: rock-fusion

Prendete Steve Vai, mandatelo a lezione di fusion ed otterrete Gianni De Chellis. Vi sembra un’affermazione esagerata? Se ascolterete il cd cambierete sicuramente idea…. La “Gianni De Chellis project” band è un energico trio formato dallo stesso Gianni, Giuliano de Leonardis e Carlo Porfilio (bassista il primo e batterista il secondo, entrambi ottimi musicisti); questa demo, che dovrebbe precedere, secondo i propositi della band, un album vero e proprio, è composta da cinque brani strumentali molto particolari. Lo stile è rock-fusion con alcune parti “funkeggianti”, e l’originalità sta secondo me nell’approccio con lo strumento da parte di Gianni: il suo stile è inequivocabilmente ispirato da Vai, ma il genere proposto dalla band è vicino alla fusion, tutto ciò rende questo lavoro molto interessante!! Tante volte sento paragonare chitarristi più o meno noti a Steve Vai; la maggior parte di queste volte il raffronto non ha senso, sia per la caratura dell’artista “in esame”, sia per le presunte somiglianze con il “mitico” Steve, che a volte proprio non sussistono; infatti sembra che ci sia una “legge” che costringe a paragonare a Vai qualsiasi chitarrista suoni hard rock, soprattutto se precedentemente lo si è accostato stilisticamente a Satriani, ed io questo proprio non lo capisco. In questo caso invece, l’aspetto che più mi ha impressionato è l’uso che Gianni De Chellis fa della leva del vibrato; subito ho pensato a Vai, ed in seguito ho notato che alcune cose vanno addirittura oltre allo stesso Steve, insomma sarò breve: non so quanti chitarristi con una tale padronanza della leva ci siano in giro, ma una cosa è certa, Gianni è fra i migliori. Per quanto riguarda il suo stile in generale mi sembra un chitarrista veramente completo, capace di affrontare generi diversi, rimanendo sempre a livelli tecnici e compositivi altissimi. L’album inizia con il rock di “U.s.a.”, song dinamica ed originale, riff travolgenti e contraddistinti da un timing perfetto, assolo entusiasmante e cambi di tempo interessanti, questi sono i punti di forza del brano. Si prosegue con “Kriss”, tema azzeccato ed armonie misteriose ed “orientaleggianti”, da sottolineare la bella modulazione che conduce al ritornello. “La guerra dei sensi”, che dà il titolo all’album, è caratterizzata da una bell’heavy-riff ricorrente e frasi sincopate, forse l’unica pecca, se così si può dire, è la mancanza di un assolo nel momento culminante del brano. “Eros” ci mostra quale sia tutta la fantasia di Gianni, lick particolari e davvero ben eseguiti, assolo impetuoso…e la leva che si fa sentire!!! Quante volte avrò sentito demo di chitarristi concludersi con un brano acustico arpeggiato, e purtroppo in molti di queste casi tale brano funge solo da “riempitivo”…ma questo non è assolutamente uno di quei casi!…perchè “Philos”, la quinta ed ultima traccia, ha carattere e dolcezza tali da porsi al livello delle altre song dell’album; da apprezzare il fatto che la leva sia usata in modo così originale negli arpeggi, l’atmosfera mi è sembrata quasi “Hawaiana”, rilassante e coinvolgente. In definitiva ho potuto ascoltare una grande musica, varia, originale e mai noiosa; sono sicuro che a breve potremmo comperare in tutti i negozi il primo album ufficiale della “Gianni De Chellis Project” band…ed io sarò sicuramente uno dei primi acquirenti.

P.S.
Se a qualcuno di voi venisse in mente di consigliare a Gianni di scrivere metodi didattici sull’uso della leva del vibrato e sullo stile di Steve Vai…sappiate che Gianni vi ha preceduto…e ne vedremo qualcosa al riguardo nella nuova categoria “metodi didattici”…a presto metalmaniaci!