Gene Simmons – Asshole

Leggo sul giornale: Gene Simmons – come essere personaggi, come sfruttare la popolarità, come riciclare canzoni che appartengono ad altri e marchiarle con un po’ di make up. Ecco servito sul piatto d’argento un articolo destinato a fare polemica; criticare Simmons equivale ad attirarsi addosso le ire dei Kiss-maniaci, che sicuramente sono presenti anche nel nostro paese in numero, perdonate il gioco di parole, numeroso. Ma sarebbe ipocrita parlare di un buon disco, solo perchè tale disco porta la firma di un grande personaggio: si tratta in fin dei conti di un pastone messo insieme piuttosto frettolosamente per accaparrarsi le simpatie di un pubblico e di una critica di parte. Che senso avrebbe altrimenti proporre un repertorio di cover o canzoni gia’ sentite al pubblico? La verità e’ che il cd in questione cerca di sfruttare l’ adorazione incondizionata dei fans di Simmons, proponendo però novità ridotte all’ osso. Alla fine rischiano di stufarsi gli stessi adoratori incalliti, anche se qualche canzone interessante c’e’: prendiamo ad esempio la scelta inconsueta di Firestarter targata prodigy, discreta nel suo incedere elettronico ma troppo simile all’originale per colpire. Il repertorio si basa però in gran parte su fatiche che non appartengono al buon Gene e si salva grazie ad un nome di una famiglia illustre, la famiglia Zappa, che soprattutto grazie al capoclan Frank, uno dei più grandi musicisti del ‘900 a mio modesto modo di vedere, basta ad arricchire il panorama sonoro. Per il resto, ottima la produzione, gradevoli le canzoni; alla fine asshole e’ anche piacevole da ascoltare, ma non è farina del sacco di Simmons, e questo fattore basta da solo ad irritare notevolmente. A quando un disco più genuino?