Avete presente quel Thrash Metal arioso, devoto per lunghi tratti a sonorità di confine col Black, ma principalmente influenzato da cosa Kreator e Sodom suonavano sui primi lavori? Vi do’ un ulteriore aiuto: sto parlando di sonorità già battute dai Destroyer 666 e dai Nocturnal Breed, più dai primi che dai secondi, e che si profilano continuamente a cavallo fra il Metal degli anni ’80, persino con qualche risvolto Classic, e quello estremo degli ultimi lustri. I Flagellator, in uscita su No Colours, suonano esattamente queste cose. E io, lo preciso in anticipo, adoro queste cose: un Thrash che, a dispetto del periodo temporale in cui troviamo, snobbano completamente la pulizia dei suoni in favore di una batteria viva e ovattata, di chitarre pungenti e belle da udire nel loro suono chaotico e violento, e di linee vocali che non poco ricordano quelle di K.K. Warslut dei Bestial Warlust e, successivamente, dei Destroyer 666 stessi. Sarebbe un errore definire il sound dei Flagellator come Black metal oriented: i Flagellator sono principalmente dei Thrashers, come Thrashers erano gli Hobbs angel of Death nel 1988, quando diedero ai natali un omonimo disco che, in fondo, per molti Blacksters è tutt’ora fonte di ispirazione. “Channeling the Acheron” non bissa la qualità di dischi come “No retreat… no surrender” o “Unchain the wolves”, tuttavia si rivela un platter sincero, devastante, continuamente a cavallo fra ariosi passaggi lenti e guerraioli (vedi “Nightmare apocalypse”), e sfuriate Thrash lodevoli sotto ogni aspetto. Ogni ingrediente è al suo posto e presente nelle giuste dosi: questo disco è un inferno sonoro, e sinceramente tutti coloro che stimano queste sonorità dovrebbero relegargli perlomeno un ascolto. Andate sul sicuro!