Endorphine – The future seed

Più passa il tempo e più mi sento soddisfatto della piega che la scena Metal italiana sta prendendo. Gli Endorphine sono l’ennesima ottima band dell’ italica penisola che riesce a sorprendermi, e di questo non posso che esser felice. “The Future Seed” rappresenta il risultato dell’ esperienza ormai settennale del combo partenopeo: un disco faticoso da capire, ma ciò nonostante godibile, ottimamente suonato e composto con ammirabile cura. Gli Endorphine, pur lasciando trasparire le proprie influenze (si parte da una base Melodic Death su cui si inseriscono riffs alla Nevermore, melodie vocali debitrici verso l’emo-core meno ruffiano e frammenti acustici tipici degli Opeth), con questo full lenght dimostrano di avere già una personalità ben definita che si concretizza in nove songs che trovano in strutture complesse e mutevoli la propria forza. Le ritmiche sono robuste ed i suoni abbastanza vari (le alternanze growl/clean ne sono un esempio lampante); tuttavia, per tutta la sua lunghezza, “The Future Seed” ci offre una sovrastante impressione di impalpabilità, garantita da strutture armoniche ariose e dalla voce pulita ed “umorale” del cantante. I nostri ci offrono insomma un’ottima prestazione sia sul piano compositivo che su quello tecnico (ascoltatevi le evoluzioni del batterista…) e si candidano a diventare uno dei più promettenti acts italiani. Canzoni belle, originali ed emotivamente appaganti: non è da tutti riuscire ad arrivare a livelli qualitativi così alti. Peccato solo per la produzione, curata dalla band stessa: i suoni dei vari strumenti si distinguono discretamente uno dall’altro, ma nel complesso il suono esce troppo ovattato per stare al passo con gli standard delle produzioni attuali. Poco male comunque: il disco, dopo un primo approccio leggermente spiazzante, ci dà modo di godere a pieno delle sorprendenti capacità degli Endorphine, una band che in futuro potrebbe regalarci grosse soddisfazioni. Io sto già aspettando…