El Caco – Solid rest

Potrei iniziare facendo lo “sborone” e, declamando il ritorno furioso dello stoner rock, esibire la loro origine norvegese e il loro contrastante nome spagnolo, il loro amore verso il torrido deserto kyussiano, ma forse siamo davanti a qualcosa di più. La band si definisce eclettica e con richiami ispirativi dispersi nei meandri vinilici degni di una fiera di rarità del passato, mentre il plotter “Solid Rest” gioca con il tema “sempre uguale ma sempre diverso”. Erano anni d’altronde che non si sentivano dischi “rock” di questo genere: non siamo di fronte ad un disco monolitico, una melma sonora testimone del timbro della band ma ci troviamo davanti a qualcosa di particolare, studiato, attento, non innovativo ma viscerale. Non esistono brutte canzoni in questo disco, il tutto scorre con poca prevedibilità ma senza spiazzare l’ascoltatore, che nel frattempo si sarà anche un po’ rotto i C. ad inseguire concetti astratti del post-HC, mentre i suoni languidi e GRASSI delle chitarre portano in primo piano vere e proprio perle stoner. Stoner. Che parolone. Non ha nessun senso parlare di Stoner dopo la caduta della Man’s Ruin, così come non avrebbe più senso parlare di Cyberpunk dopo il 1992. Siamo davanti al post-Stoner allora, così come “American Acropolis” del 1999 di Gibson rappresenta il post-cyberpunk, e gli El Caco giocano a prendere per il culo i QOTSA rubando idee folli e geniali che Nick Oliveri spera di accalappiare con i poco riusciti Mondo Generator o che Josh Homme improvvisa astrattamente con Ex-mansoniani e cantautrici americane nelle desert session. Non si tratta di un disco da orgasmo fonico, non si tratta di una trapanata intellettualoide, si tratta di un disco mostruosamente viscido o appiccicoso, che morde e non molla, che stritola ma non rompe. Siamo davanti ad uno degli episodi musicali più azzeccati dell’anno. Benvenuto stoner della Norvegia che mi stranisce e mi ammalia, perchè non sapevo manco che in Norvegia ci fossero teschi di cavalli, cactus e sabbia e perché troppo spesso ci si aspetta che il nord porti solo black metal. Open up your eyes, VIVA EL CACO.