Dynamic lights – Shape

Dopo una lunghissima (rispetto alla media, si intende) militanza nella scena underground, i Dynamic Lights approdano finalmente ad un full lenght dalle tinte raffinate e marcatamente melodiche. L’heavy-progressive proposto dai ragazzi infatti non è di stampo massiccio e granitico, ma preferisce snodarsi attraverso soluzioni calme e, senza fraintendere il significato della parola, rilassanti. In buona sostanza, quindi, la musica proposta dai Dynamic Lights è sorretta da un’atmosfera davvero grandiosa, punto di forza di un disco che annovera episodi notevolmente interessanti. Particolarmente degna di nota l’opener In the hands of a siren, caratterizzata da un incedere onirico e oppiaceo, mentre alcuni episodi non convincono come sarebbe lecito aspettarsi. Ho trovato Shape piuttosto discontinuo: se è vero che il velo ovattato e sognante ricopre con coerenza tutte le canzoni, non è altrettanto efficace la presa delle tracks nei confronti dell’ascoltatore. Purtroppo manca una hit trascinante che sia in grado di spezzare il ritmo e di farsi ricordare, ed il rischio è quello di dimenticare brevemente ciò che si è appena ascoltato. Influisce da questo punto di vista la lunghezza, a volte eccessiva, di alcune tracce, come One thousand nothing, che forse in una versione più diretta avrebbe potuto colpire maggiormente. Purtroppo Shape corre il rischio di essere trascurato dopo pochi ascolti, ed è difficile che si possa evitare questo fattore negativo a meno di non sentire parecchie volte il cd. Solo gli appassionati di certe sonorità, quindi, potrebbero apprezzare quello che ritengo un lavoro degno di nota, ma che, con una maggiore compattezza, avrebbe potuto rappresentare un ottimo episodio musicale nell’ambito del progressive europeo. Peccato, ma tenete d’occhio questa band, le cui doti non possono passare inosservate.