Domine – Intervista a Enrico Paoli (guitars, 2004)

Lunga intervista, quella con Enrico Paoli dei Domine, la seconda per MetalManiacs dopo quella realizzata qualche tempo prima dell’ uscita di “Stormbringer ruler”. E anche stavolta, oltre alle solite puntualizzazioni sulla nuova uscita di turno, in questo caso “Emperor of the black runes”, s’è parlato un po’ di tutto: dal passato travagliato della band, alla Dragonheart, passando per alcuni particolari aneddoti riguardanti i Domine. Buona lettura!

Intervista a cura di: Marco “Dark Mayhem” Belardi

“Emperor of the black runes” arriva anche in Italia sebbene in Giappone sia in commercio da molto: quali sono stati i responsi del pubblico, sul mercato giapponese?
Si, il disco è uscito in Giappone a novembre, ed anche se non so dirti nulla riguardo i dati di vendita, posso comunque dirti che è stato accolto molto bene. Abbiamo già fatto interviste, ad esempio con Burn, il loro più importante magazine, ed abbiamo avuto ottimi riscontri. E’ anche sempre molto particolare realizzare interviste con loro, perchè ricevi domande che magari non ti aspetti, ti chiedono cose che magari per noi sono scontate e per loro no, o viceversa. Qualcosa di diverso, insomma…
Parliamo della band, invece: cosa vi siete proposti di realizzare in fase compositiva, dopo il tour di supporto a “Stormbringer ruler”?
Guarda, tutto è avvenuto in maniera piuttosto spontanea. Non del tutto, certo, in ogni caso si viene sempre a parlare e a discutere di quel che accadrà e di come lavoreremo, ma per noi lavorare sul nuovo disco è stato naturale. L’ unica cosa che temevamo era il confronto con “Stormbringer ruler”, sapevamo che per noi sarebbe stato difficilissimo superarlo ma questa è stata anche una spinta per impegnarsi di più, e andare oltre quel disco. A me “Stormbringer ruler” piace ancora tantissimo e posso assicurarti che lo ritengo un grande album sotto tutti gli aspetti, è anche ben prodotto. Molti artisti nelle interviste tendono sempre a rinnegare i lavori passati, a trovarci difetti ovunque, e questo io sinceramente non lo capisco. Magari la gente spesso, anche per questioni promozionali, tende a esaltare unicamente l’ultima uscita. Anche io sono fiero di “Emperor of the black runes”, ma non rinnego di certo i vecchi dischi dei Domine…
Nel disco compare un duetto con una voce femminile, con Leanan Sidhe dei Beholder. Come è nata l’idea di questa collaborazione?
Beh, noi abbiamo suonato spesso insieme ai Domine, ci conosciamo e sono dei ragazzi fantastici. E’ stata una cosa naturalissima, gli abbiamo semplicemente mandato una demo con i due pezzi, e lei ha accettato. E’ bello vedere l’accoppiata fra la sua splendida voce e quella di Morby, che pompa. Comunque è stato facilissimo collaborare con lei, una cosa direi spontanea.
In molti considerano “Stormbringer ruler” come il disco che vi ha avvicinati a sonorità più accessibili e tipiche del Power Metal attuale. Concordi con questa definizione?
No, guarda. Dipende da come una persona ascolta un disco e si avvicina ad esso. Io credo che “Stormbringer ruler” non si distacchi più di tanto dal resto della disacografia passata dei Domine, trovo sia una maturazione, e che i grossi passi in avanti siano stati fatti soprattutto per quel che riguarda la produzione e la composizione dei pezzi. Ma non credo che in quel disco ci si avvicini al sound del Power Metal dei tempi nostri, anzi la trovo piuttosto sbagliata, come definizione.
“Champion eternal” è stato composto in molti anni, dato che è il vostro debut dopo ben 11 anni di attività senza full lenght ufficiali. Non temi che tutto questo tempo a disposizione per la sua realizzazione e per il suo perfezionamento possa incidere sui paragoni con gli altri album, che invece sono stati composti al massimo in un anno o due ciascuno?
Sicuramente sì, però in negativo (ride n.d.a.)! In undici anni non siamo riusciti a fare niente, abbiamo pagato per la nostra inesperienza ma anche per la situazione che c’era in Italia, e soprattutto abbiamo commesso degli errori, involontari. Innanzitutto ci mancava un cantante all’ altezza, perchè come immaginerai per impreziosire un disco del genere serve obbligatoriamente una voce adeguata. Altrimenti sei uno come tanti. Invece con Morby sono subito nati i paragoni coi grandi gruppi degli eighties, coi Manowar, coi Virgin Steele, ed altri. La nostra strada è cambiata quando sono entrati in formazione Mimmo e Morby, fino ad allora la line-up dell’ epoca ci impediva, purtroppo, di procedere come invece facciamo adesso, e da anni.
Vi ho seguiti spesso dal vivo, ben cinque volte, e mi sembra che i pezzi di “Dragonlord” siano i più richiesti dal pubblico, generalmente. In particolare brani come “Thunderstorm” (qualcuno a Terontola ve la richiese nel bis finale anche se l’avevate già suonata!) o “Defenders”. Che rapporto hai coi pezzi di quel disco? E perchè secondo te è così apprezzato dalla gente, rispetto agli altri?
Io credo che la gente non si sia affezionata in particolare a quel disco, bensì ad alcuni pezzi di quel disco. I più tirati, ad esempio. Ogni nostro disco si può dire che si divida in due parti: quella dedicata ai pezzi che rendono in sede live, che ti entrano subito in testa e che apprezzi dopo il primo ascolto, e quella dedicata ai pezzi più complessi, intricati, e che ti piacciono dopo un attento ascolto del disco, anzi dopo ripetuti suoi ascolti. Pezzi che alla fine fanno la differenza e impreziosiscono il disco. “Dragonlord” è pieno di pezzi diretti e tirati, è naturale che la gente dal vivo ci chieda “Thunderstorm” o “Defenders”, ma la stessa cosa avviene per pezzi di altri nostri dischi, sulla stessa scia, ed ugualmente adatti ai concerti dei Domine. Morby quando vede scene come quella di Terontola, dove gli fu richiesta “Thunderstorm”, ci rimane molto male… Lui viene dagli anni ’80, non viene tanto dall’ esperienza Labyrinth perchè ci suono pochissimo, in un periodo in cui era in entrambe le band, viene piuttosto dai Sabotage ed è memore di scene del genere accadute in passato. Quando certe cose accadono, noi del gruppo diciamo “che cazzo ce ne frega” e andiamo avanti, e lui magari ci rimane un pochino di sasso…
Conosco alcune persone che rimpiangono Mimmo Palmiotta, chi per simpatia, chi per il suo stile, chi semplicemente per questioni di look! Siete ancora in contatto con lui?
Ahahahahahaha! Guarda Mimmo Palmiotta è una persona splendida e il nostro addio è stato amichevolissimo. Lui voleva dedicarsi alla sua famiglia, era felice di suonare con noi e di incidere le parti di batteria di “Champion eternal”, perchè amava quello stile e quelle ripartenze veloci che ci sono in esso, ma quando abbiamo iniziato a avere opportunità di suonare all’ estero per lui sono iniziati i dubbi, e in quel modo siamo arrivati alla separazione. La più amichevole possibile, credimi. Lo stimiamo tantissimo e ci sentiamo ancora con lui, anche se non troppo spesso perchè abbiamo avuto troppo da star dietro alla band, in questi anni.
Dopo “Ride of the Valkyries” è arrivato il turno della soundtrack di “Conan il barbaro”, citata nel vostro nuovo album. Riproporrete anche in futuro esperimenti del genere?
Possibile! Queste nostre decisioni di inserire citazioni dipendono da degli omaggi che intendiamo dare a certe cose. I film possono esprimere un epicità tale da reggere il confronto con l’ Heavy Metal, e noi ne siamo grandi appassionati. Morby ad esempio abita a Chianciano Terme, un posto piuttosto deserto d’ inverno, dunque guarda molto spesso film per passare il tempo libero. Credo che nella videoteca locale abbiano messo un busto in suo onore! Ed anche io sono molto appassionato di film. In generale però vogliamo riflettere la nostra immagine di band onesta, citare quel che ci piace nella vita, come fossero dei veri e propri omaggi a ciò che amiamo.
Un mio collega, ironicamente, ma nel senso buono, ha detto: “a me i Domine piacciono quando fanno il verso ai Witchkiller”. Che ne pensi di questo paragone?
Ahahahahahahahaha (risate generali n.d.a.)! Beh, spero solo che il tuo amico non si riferisse alla carriera dei Witchkiller, perchè effettivamente sono durati un po’ poco! Beh, non c’è dubbio: noi amiamo quella musica, certo che per intendere “fare il verso”, anche in senso buono, ce ne vuole. In ogni caso siamo degli adoratori di quelle sonorità, io in particolare… Ti racconto una storia, allora: quando siamo arrivati a fare le photo session per il nuovo disco, Riccardo ha suggerito di fare un qualcosa di leggermente diverso dal solito. E’ nata la proposta di fare un qualcosa di diverso dalle classiche photo session metallare. Così, in piena estate, vestiti comunque di pelle, sudati come a un concerto, siamo andati in studio ed abbiamo iniziato a fare le solite foto: singole, di gruppo, eccetera eccetera. Poi a un certo punto, rovistando lo studio è saltata fuori una sorta di pelle tigrata… E lì è saltata fuori l’ovazione, e la proposta di metterla su un divano per coprire e farci le foto assieme. Riccardo ovviamente c’è rimasto malissimo, ed ecco come è saltata fuori una cosa dei Domine che fanno il verso ai Witchkiller!
A proposito di aneddoti, ma il tipo in copertina su tutti i dischi sei tu?
Oddio, non è da vedere come un complimento! Comunque, beh… Top secret!
Adesso parliamo un po’ della tua Dragonheart records: innanzitutto ti chiedo due notizie su due band delle quali ultimamente, dopo che se n’era parlato tanto, s’erano perse leggermente le tracce. Beholder e Mesmerize.
Allora, il nuovo disco dei Beholder è già pronto ed uscirà fra non molto: è un pochino meno pesante di “Wish for destruction”, ha qualche parte più Hard Rock. I Mesmerize invece sono un po’ in una situazione strana: si sono separati dal loro chitarrista, ci suonavano insieme da una vita. Han trovato un rimpiazzo, uno molto bravo, solo che inserirlo è stata una cosa un po’ dura. Sai, capita quando suoni insieme con le stesse persone da anni e anni, e tutto fila liscio perchè ti capisci con gli sguardi. Hanno dovuto farlo rodare un po’ ma hanno già pronti svariati pezzi composti, solo che credo ci vorrà un po’.
2005?
No, io spero anche un po’ prima, ma forse sì, è possibile nel 2005.
A proposito dei Mesmerize… Il loro stile come lo definiresti? Ricordo che quando uscirono le recensioni di “Off the beaten path” c’era una lotta persino sui loro flyer promozionali per trovar loro un’ etichetta…
Heavy Metal! (risate generali n.d.a.)
Sei stato tu, deduco, a ideare quello slogan sui flyer…
Si e no, diciamo che ho lavorato sulla loro promozione insieme alla band. Inizialmente queste cose vengono lasciate un po’ in mano alla band, poi ovviamente ci passa l’etichetta, per presentare al meglio il disco al pubblico. Non puoi scrivere “grandissimo disco Power Metal” o “il migliore della band”, altrimenti la band ci sputa sopra e passa oltre, devi sbatterglielo in faccia, il disco!
E riguardo le band più anomale del tuo rooster: Macbeth e Inner Shrine. Come sei arrivato a prenderle sotto contratto? Non sono due band inusuali per la Dragonheart?
Queste due band sono state prese sotto contratto in un periodo di, diciamo… fammi pensare la parola giusta. Indecisione, appannaggio. Ma non in senso cattivo, eh. La nostra label è nata come label Heavy Metal, è stato strano prenderle sotto contratto perchè poi ti rendi conto che una label Heavy Metal nata con certi intenti è finita per lavorare su tutt’ altre cose. Però mi stanno dando grandi soddisfazioni: gli Inner shrine faranno presto un disco allucinante, stranissimo, su cui scommetto. Loro purtroppo hanno meno riscontri economici dei Macbeth anche se finora per fortuna sono sempre rientrati nelle spese di produzione, mentre i Macbeth finora hanno sempre venduto abbastanza bene, direi. In ogni caso abbiamo preso entrambe le band sotto contratto perchè all’ epoca avevamo ricevuto due splendide demo!
Ma in futuro, dunque, se ti capiteranno altre band del genere, ne vedremo su Dragonheart?
Può darsi, non si sa mai…
Per quel che riguarda le novità assolute della tua casa discografica, invece? Cosa ci riserva il futuro immediato?
Innanzitutto i Domine, poi dopo i Beholder e gli Inner Shrine, penso nel periodo che va da marzo a maggio. Queste sono le band che usciranno nell’ immediato e su cui stiamo lavorando.
Proprio dai Beholder c’è arrivata una novità negli ultimi tempi: “Wish for destruction” ha segnato un netto cambio di stile, anche se tutti erroneamente in quel disco ci hanno visto del Thrash Metal. E la stessa cosa in Italia l’han fatta i Cydonia, i Secret sphere ed altri, indurendo nettamente le proprie sonorità. All’ estero in molti stanno facendo la stessa cosa, vedi Edguy o Magnitude 9. Cosa pensi abbia dato il via a questo fenomeno di cambiamento del Power Metal?
Beh, innanzitutto bisogna tenere conto del fatto che ci sono band che a ogni nuovo disco stravolgono il proprio sound e ciò non mi sembra molto giusto, specie nel rispetto delle proprie idee e del fan che compra a scatola chiusa il tuo disco. Noi siamo sempre i Domine, anche se abbiamo sempre cambiato qualcosa, ma non ci siamo mai stravolti e chi comprerà un nostro nuovo disco saprà grosso modo a cosa andrà incontro. Io credo che ci sia sempre il gruppo che butti lì l’idea, e quei tanti che gli vanno dietro, magari con un po’ di incoerenza. Penso stia accadendo questo, anche se in ogni caso molto dipenderà dalla situazione generale. Per anni s’è battuto il ferro sul Power melodico, ora magari la proposta, e soprattutto la richiesta, sta cambiando.
E la scena Metal italiana come la giudichi? Quali sono le band più interessanti sulle quali metteresti volentieri le mani per la Dragonheart?
Devo dire che avrei voluto mettere le mani sui Doomsword e ce li abbiamo già, stessa cosa per i Thunderstorm, doom-epico. Ottima band anche loro! I Doomsword in particolare mi stanno dando grossissime soddisfazioni, il nuovo disco è un po’ più prodotto, elaborato, tutto sommato direi semplicemente ottimo.
Io però preferivo il vecchio singer, forse…
Beh, il vecchio singer, ora ai Thy Majestie, giusto? E’ più tecnico, solo che li associava più al contesto delle cover band, era molto alla Messiah Marcolin, ora invece il loro singer è più incentrato sul feeling, un po’ come fa Quorthon. Ottiene più risultati con meno, ecco. E’ l’ideale per loro!
Okay, non voglio più rubarti tempo: ti ho tenuto al telefono tre quarti d’ora! Hai qualche parola per i lettori di MetalManiacs?
Certo, innanzitutto spero possiate dare un’ ascoltatina al nostro nuovo disco. Ringrazio tutti, in particolare te, Marco, e ci vediamo in concerto!