Dissection – Reinkaos

I Dissection (sinonimo: Jon Nodtveidt; contrario: band) assomigliano molto all’ imitatore di Marilyn Manson che c’è su Colorado Cafè live. Solo che quello lì lo fa apposta, ‘sti qua sono una band di professionisti allestita prendendo gente tipo dai Dawn, dunque niente pischelli dell’ ultim’ ora, e che in passato ha tirato fuori un dischetto chiamato “Storm of the light’s bane” che diciamo rientra tranquillamente fra i 10 album più belli di Metal estremo europeo. Se il carcere aveva trasformato Derek Vinyard (Edward Norton in “American history X”) in una persona migliore, ed era un film, qui ne esce un tipo capace di reclutare un batterista e scaricarlo perchè ‘non aderiva ai progetti satanici della sua band’, o roba del genere, e di apparire con un evento mediatico che non fosse stato per l’ omicidio commesso e appunto per “Storm of the light’s bane”, penseremmo tutti quanti fosse pura finzione. E invece è successo: Jon Nodtveidt ha avuto dieci, undici anni per comporre “Reinkaos” un po’ in cella, un po’ alla sede della Nuclear Blast a pretendere un contratto migliore, e si scopre che non gli sono bastati. Anzi, s’è dimenticato perfino come suonano i Dissection, ricordandosi però che una finest evil band come si deve, ha l’ obbligo di licenziare i membri che circondano il leader ogni 2-3 anni, in taluni casi addirittura mesi. Così Set Teitan molla gli Aborym in favore di questa ex-splendida realtà del metallo duro, per poi sapere che a) il tour va benino b) l’ album va di merda c) il leader dichiara che scioglierà la band all’ indomani della release date, dopo poche date, perchè i Dissection s’erano riformati per completare una sorta di ‘processo’ o giù di lì d) gli Aborym fanno uscire un altro bel dischetto. Le label ci vanno giù pesante, prima che uscisse “Reinkaos” sembrava li volessero tutti, ‘sti Dissection. Poi nessuno li vuole e il disco esce su… Century Media? No. Black horizon, nome che in teoricamente dovrebbe dirvi tutto (ce l’avete o no “The somberlain”?). Ma perchè? Troppe pretese da parte del leaderone Jon? Paura da parte delle etichette che il tizio di cui sopra finisca in carcere una seconda volta? No, no, no. AVEVANO SENTITO IL PROMO! “E col cxxxo che ti produco un disco del genere!!!” – Ancora terrorizzato dal singolo “Maha Kali”, giungo all’ ascolto di un’ accozzaglia di riffettini melodici composti alla maniera del ‘chitarrista 16anni cerca band stile Iron Maiden, In Flames no perditempo buon uso del doppio pedale sala prove in cantina bel allestita ma c’è da stare attenti a non spaccare tutto perchè i fiaschi di vino sono del babbo scusate per l’ assenza di punteggiatura zona Mantova – EvilOne665/667′. Che pensare? Il singolo “Maha Kali” non era un caso isolato. Mid-tempo dappertutto, feeling in nessuna parte, Jon un pelino svociato ma non troppo, diciamo che cerca troppo di scandire le parole e che l’ incazzatura d’ un tempo l’ ha lasciata da qualche parte; line-up che aiuta poco, con una sezione ritmica piattissima… Insomma, riassumendo: anche basta!