Decapitated – The negation

Io lo sapevo, cazzo, lo sapevo che sarebbe andata così… Entusiasta delle capacità che avevano sfoggiato sui due precedenti albums, proprio me lo aspettavo che di lì a pochi anni questi quattro ragazzini sarebbero stati pronti per fare il botto definitivo, quello che avrebbe permesso loro di guadagnarsi un posto d’onore nell’Olimpo degli Dèi del Death Metal. Dapprima inebriato dalla professionalità con cui gli allora diciottenni polacchi intrisero “Winds Of Creation”, in seguito estasiato dal vigore e dalla fantasia senza eguali che caratterizzarono quel “Nihility” che due anni or sono sbigottì pubblico e critica, non ho mai nutrito dubbi sul disco che mi sto tosto apprestando a raccontarvi: si chiama “The Negation”, come già avrete saputo dalla massiccia campagna promozionale che la Earache ha messo in moto, e spacca di brutto!!! Rispetto al precedente “Nihility”, la cui tendenza ad un esasperato tecnicismo non aveva trovato il consenso di tutti (ma aveva tolto qualsiasi dubbio circa l’assoluta superiorità del combo in questione), il nuovo (capo)lavoro si avvale di un approccio molto più diretto e d’impatto, pur non rinunciando alle finezze tecniche a cui i Decapitated ci hanno da sempre assuefatto. Le otto canzoni vomitate da “The Negation”, pur trasudando da ogni microsolco un’ eccezionale perizia tecnica, appaiono meno articolate e decisamente più snelle di ciò che sarebbe stato lecito aspettarsi dalla band, e la scelta si rivela quanto mai azzeccata: il nuovo disco è veloce, vario e fantasioso e, in virtù della sua “semplicità” compositiva (sempre facendo riferimento allo stile dei Decapitated, s’intende), promette di lasciare un’impronta indelebile nella tormentata storia del Death Metal. “The Fury”, col suo muro di chitarre, funge da perfetta opener e mette subito in chiaro le intenzioni bellicose dei Decapitated; seguono a ruota le grandiose ritmiche spezzate di “Three-dimesional Defects”, una sorta di “Spheres Of Madness” (da “Nihility”) parte seconda, e la doppia cassa al vetriolo di “Sensual Sickness”. Forse la title track, pur superiore al 99% del materiale di altre bands, si attesta un gradino al di sotto della media qualitativa di questo disco, ma i succitati brani, al pari dei riffs schizofrenici di “Long Desired Dementia” o del total-Death di “The Empty Throne”, dimostrano una vena compositiva ispirata e solcata da una non comune maturità. Non siamo di fronte all’ermetismo sonoro del Brutal americano, né alla staticità della vecchia scuola, né tantomeno all’innocenza della melodia nordica: “The Negation” aspira a ricoprire la carica di nuovo standard del Death Metal più puro ed aggressivo, con buona pace di chi sostiene che la musica della morte sia passata a miglior vita da un pezzo. L’acquisto è assolutamente d’obbligo non solo per chi ama le sonorità estreme (e che quindi andrà a comprarsi “The Negation” anche senza aver letto questa mia umile recensione), ma anche per chi ascolta tutt’altra roba, giusto per possedere un lavoro che, se non per portata storica, almeno per qualità si colloca al pari di pietre miliari come “Imperial Doom” dei Monstrosity o “Tomb Of The Mutilated” dei Cannibal Corpse. Chiunque dovrebbe averne in casa una copia…