Decadence – Intervista a Samiel (bass)

Una delle più importanti novità dell’underground italiano sono i Decadence: membri provenienti da una formazione prog si uniscono a membri provenienti da una band estrema. Il risultato è l’impensabile: loro lo definiscono Obscure Metal, ma dietro al calderone stilistico del quintetto c’è ben altro. Sentiamo che aveva da dirci in proposito Samiel, bassista della band.

Intervista a cura di: Dark Mayhem

Hail! Per iniziare, puoi presentarci la vostra singolare band? Del resto, non è comune che avvenga un’unione così omogenea fra prog metal e certi rami del metal estremo.
Il motivo di questa singolarità è la nostra provenienza. Prima di fondare i Decadence infatti suonavamo tutti generi diversi o quasi; Sinyus e Vitriol facevano death, Tiorad black mentre io e Kyrion suonavamo in una formazione prog. La nascita del gruppo è relativamente recente, faremo un anno ad agosto, eppure come hai potuto vedere abbiamo già prodotto un cd di buon livello. Tutto questo è stato possibile grazie ad una grande intesa personale fra di noi, intesa che è servita da “collante” per unire il materiale proveniente dai progetti di Sinyus e Tiorad con le proposte più disparate emerse in un secondo momento da tutti quanti insieme. Dal momento in cui abbiamo capito di che potenziale potevamo disporre è stato breve il passo che ci ha portato a vedere questa fusione di generi come lo spirito vitale dei Decadence.
Come siete arrivati alla scelta di suddividere il vostro disco, “Theatre of eclipse”, nella medesima maniera in cui si divide una suite classica?
Quando io e Kyrion siamo arrivati nel gruppo gli altri già parlavano di “suite”, infatti il lavoro che avevano svolto fino ad allora era andato proprio in quella direzione; l’idea del concept è sempre stata basilare e soprattutto comune nei nostri obiettivi personali, quindi con estrema naturalezza abbiamo rivolto attenzione non solo al lato puramente musicale, ma fin da subito si è cercato di riprodurre in musica quella continuità di pensiero che è propria di una successione logica di eventi. Dare un taglio formale classico alla struttura dell’album è stato un modo per creare alternanza fra sonorità molto diverse fra loro, cercando di dar vita a un chiaroscuro che rendesse più interessante l’ascolto.
Nel vostro sound troviamo correnti che, sotto certi aspetti, potrebbero scontrarsi fra loro in maniera non proprio positiva…parti gothic, un’alta componente tecnica…come definite questa amalgama? Esperimento, rischio, o una via sulla quale puntare sicuri per il futuro?
La nostra scelta è stata rischiosa, lo sarà sempre, è forse la ragion d’essere dei Decadence; sotto questo aspetto sarà sicuramente la via su cui puntare. Tuttora siamo in attesa di ulteriori riscontri e riceviamo ogni critica col fiato sospeso; non trattandosi il nostro di un genere convenzionale il giudizio di ognuno dipende in gran parte dalla propria sensibilità artistica e quindi per noi rappresenterà sempre un rischio. Non parlerei però di esperimento, perché si tratta esattamente della musica che avevamo in testa e portarla alla luce è stato come leggere all’interno della nostra esperienza musicale per estrarne il meglio. Probabilmente in futuro cercheremo soluzioni sperimentali, quando come gruppo avremo raggiunto un livello di maturità tale da poterci sbilanciare senza il timore di rimanere in qualche modo danneggiati.
Vi definite band di Obscure metal, e sulla biografia che avete allegato a “Theatre of eclipse” dite di proporre un genere nuovo. Non per esser critici, ma credo che non si tratti propriamente di un genere nuovo, ma dell’unione di più correnti già in voga da molto. Ad esempio, anche gli Atheist più azzardati, quelli di “Elements”, mescolavano jazz, fusion, swing, death metal…e lo stesso discorso si potrebbe fare per i Sepultura di “Roots”, per i Cynic, e tanti altri gruppi. Insomma, che cosa significa per voi proporre realmente un genere nuovo, e cosa lo differisce dal mescolare cosa già esistenti come avviene palesemente nel caso, ad esempio, dei Children of Bodom?
Il passo decisivo è molto breve ma determinante, infatti ciò in cui vogliamo contraddistinguerci non è il discorso di unire diversi generi ma il rapporto tra musica e concetto, su cui improntiamo la sostanziale nascita dell’Obscure. In questa nostra definizione si può trovare sia l’elemento musicale (è metal a tutti gli effetti) sia l’elemento concettuale, perché il filo che lega ogni nostra composizione è l’uso di atmosfere oscure nonché il ricorrere a tematiche che viste in una certa prospettiva suscitano riflessioni sui lati meno chiari della vita e di tutto ciò che ci circonda. Non a caso questo gusto per ciò che può presentarsi in altri modi sotto una luce diversa era l’anima del Decadentismo europeo, movimento culturale a cui in parte ci siamo ispirati per il nome del gruppo. Non so se con un solo cd, per di più il primo, siamo riusciti ad evidenziare questo lato innovativo, ma il futuro ci darà modo per affermare l’Obscure all’interno del metal come corrente di pensiero e di ispirazione.
La scena italiana, un chiodo fisso sul quale passo sempre nel caso di interviste a gruppi del nostro paese. Che ne pensate?
È sicuramente una scena in crescita, si sta aprendo a molti stili diversi. Per fortuna il monopolio di poche band principali sta calando, il pubblico è incuriosito dalle nuove influenze e, cosa fondamentale, si inizia a capire che l’Italia non è una scena “fotocopia” di quella nord-europea ma ha un cuore che batte e che produce materiale competitivo. Mi sembra anche che sia aumentato il numero di manifestazioni e di iniziative per la musica metal, c’è più attenzione dai media e si cerca di supportare in tutti i modi il metallo italiano. Credo che dopo il boom dei Lacuna Coil ci sia stato anche un avvicinamento da parte delle major, sempre più band italiane riescono ad entrare in Europa a testa alta e questo fenomeno non può che far bene anche all’interno della scena nostrana.
E sul post – “Theatre of eclipse”? Cos’avete in porto per i prossimi lavori?
Confidiamo nell’estate per quanto riguarda le nuove ispirazioni, da qui a poco inizieremo delle session su alcune nuove idee, contiamo di arrivare a settembre pronti per sostenere almeno un’ora di live e quindi presenteremo già nei prossimi concerti il materiale che andrà a costituire il nuovo disco. Questa è la nostra speranza!
Per concludere, qualche parola per i lettori di MetalManiacs?
Continuate a supportare questa webzine che sta svolgendo un ottimo lavoro per i gruppi emergenti. Se dopo questa chiacchierata volete saperne di più sull’Obscure metal e sulla nostra musica siamo pronti a rispondere a qualsiasi domanda, scriveteci a questo indirizzo: decadence@obscuremetal.com e riceverete tutte le informazioni che desiderate. Grazie ancora a MetalManiacs e un saluto dai Decadence!