Deathbound – To cure the sane with insanity

Mamma mia come sono incazzati questi quattro… Ottimamente confezionato e preparato ad arte eccoci arrivare dalla Finlandia il disco d’esordio (almeno credo…) di una band che canta fuori dal coro. Ossia: finalmente non si tratta dell’ennesimo gruppo suicididal-metal zuccheroso, ma di un inatteso quanto gradevolissimo pugno ben centrato nello stomaco. Come si evince facilmente dalla copertina sanguinolenta, dai Deathbound non ci si poteva aspettare se non brutal-death… E infatti è proprio questo che ci offrono: un piatto truculento e molto convincente a base di un unico e sano ingrediente, il brutal più puro e incontaminato. Nove tracce per appena ventotto minuti di assalto sonoro potente e diretto: i brani sono ovviamente tutti molto veloci, brevi e semplici, e proprio qui risiede una delle carte vincenti dei Deathbound. “To cure the sane with insanity” risulta infatti un lavoro fresco e godibilissimo, pur riproponendo un sound invecchiato da anni e anni di clonazioni. E questa facilità d’ascolto è forse merito proprio della sincerità e trasparenza dell’approccio di questi quattro truci figuri. Inutile intricare e complicare strutture che funzionano già alla perfezione così, inutile introdurre assoli o quant’altro sopra il tappeto di brutalità imperante: i Deathbound hanno capito questa piccola verità e la mettono saggiamente in pratica “limitandosi” a pestare giù di brutto e non lasciando all’ascoltatore un attimo di respiro. Cosa dire ancora? La produzione del disco è ottima, animalesca ma pulita e potente; le vocals di Kai sono a dir poco efficaci (in bilico tra growling e screaming) e la sessione ritmica è un orologio. Piacevolissimo poi quel lieve, ma succoso, retrogusto hard-grind core che a tratti fa nascostamente capolino nella cadenza ritmica dei brani. Questo è tutto ciò che troverete in “To cure the sane with insanity”: se è questa onestà e semplicità che cercate dalla musica estrema, eccovela servita.