Darkthrone – Intervista a Nocturno Culto (vocals, guitars)

Arriva con un bel ritardo l’intervista ai Darkthrone, che già avevamo annunciato a metà 2002 e che si è potuta svolgere soltanto negli scorsi giorni. Ma è arrivato, allo stesso tempo, un Nocturno Culto scherzoso ed ironico che, rivelandosi disponibilissimo e d’ottimo umore a dispetto del tenebroso personaggio che s’immagina ascoltando un disco a caso dei Darkthrone, ha intrapreso con me una lunga chiacchierata di cui vi ripropongo soltanto le parti salienti e significative. Aspettando “Hate them”, la parola a Nocturno Culto…

Intervista a cura di: Marco “Dark Mayhem” Belardi

Hail Nocturno Culto. L’ultimo disco dei Darkthrone ha ottenuto ottimi responsi. Dopo due dischi di medio livello come “Total death” e “Ravishing grimness”, finalmente, abbiamo avuto una grandissima conferma della qualità legata attorno al nome della tua band. Che idea ti sei fatto su “Plaguewielder”?
Beh, tu parli in termini di releases di medio livello, ma credo che quando abbiamo realizzato “Plaguewielder” volessimo cambiare più lo stile, muovendoci in una maniera per noi inusuale. E per questo ne è uscito un lavoro, in un certo senso, più metal… In ogni modo, penso che il nostro nuovo disco, “Hate them”, muoverà ancora una volta il nostro tiro. Per me si tratterà di una grandissima uscita. Quando ascolto “Hate them” sento come se fossi in un profondo stato di soddisfazione, e provo un oscuro senso di divertimento. E’ uno stato che proverai tu stesso nel futuro. Old school come l’ Inferno!!
Rimanendo sul tema della vecchia release. Si può sentire un’ esplicita influenza dal Rock più grezzo, in “Plaguewielder”. Dipende solo dalle distorsioni del basso, o da altri fattori?
La definizione “Rock più grezzo” è più che buona. Le nostre influenze musicali riversate sul disco sono spesso differenti di disco in disco, e noi adoriamo sempre i dischi Rock e Metal che seguono la vecchia scuola. Vuoi un esempio? Onslaught, “Power from Hell”, un disco fottutamente buono. Ma quando si parla di Rock, nessuno può battere il sound di “Let there be Rock” degli AC/DC. Quello si che è un sound grezzo.
Passando al tema della label: come sono legati i Darkthrone a Moonfog? Tutto bene fra voi e l’etichetta?
Conosciamo Satyr sin dal 1994, quando aprì la Moonfog, così per noi fu una cosa piuttosto naturale, quella di entrare nella label al tempo. E i rapporti fra noi sono sempre stati molto buoni.
Ho sentito parlare di un’eventualità molto strana: i Darkthrone che suonano dal vivo, d’estate, durante alcuni festival estivi. Sarà mai una cosa possibile, grazie a qualche turnista? Girava voce, tempo fa…
Le possibilità che hai di vedere i Darkthrone suonare dal vivo sono le stesse che hai di vedere una giraffa con gli occhiali da sole che cerca di entrare in un golf-club per soli orsi polari! Beh, non è così tragica la faccenda, ma non abbiamo molta intenzione di iniziare a suonare dal vivo. Ma non si sa mai…
I Darkthrone, da “A blaze in the northern sky”, hanno sempre compiuto grandi passi. Solo piccoli cambiamenti di disco in disco, in modo che il sound della band non venisse mai snaturato, a differenza di ciò che avete fatto dopo “Soulside journey”. Il vostro passo più grosso in termini di evoluzione, secondo te, quale è stato?
Non credo che per i Darkthrone si possa molto parlare di evoluzione nel vero senso della parola, ma con “Hate them” abbiamo portato il sound dei Darkthrone laddove dovrebbe essere sempre stato, nelle tombe! Abbiamo lavorato molto duro per ottenere un disco così, però ora basta parlare del nuovo disco, questa intervista sta diventando… la sto trasformando in una propaganda!!!
Ti ho parlato di “Soulside journey”. In quel disco, come nelle vostre demos, suonavate Death Metal. Cosa vi influenzava alla fine degli anni ’80, e cosa vi influenza adesso?
Oh, era così fottutamente diverso, quando eravamo agli inizi. Ci sentivamo molto di più per il metal, eravamo adoratori del metal! Questi sono alcuni dei gruppi che ci hanno influenzato alla fine degli anni ’80 ed all’inizio degli anni ’90: Black Sabbath, Slayer, Autopsy, Carcass, Uriah Heep, Deep Purple, Thin Lizzy, Morbid angel, Celtic frost, Bathory, Venom (fino a un certo periodo…), Onslaught, Death (il loro primo album è ancora uno dei miei preferiti in assoluto), Dead Kennedys, Slaughter (il disco “Strappado” è un anello oscuro!), e la lista potrebbe andare avanti per molto… Oggi ascoltiamo molti generi di musica, e credo che la scena metal al giorno d’oggi sia abbastanza noiosa. Nessuno sembra capace di realizzare dischi di stampo classico senza resistere al test del tempo!
Un sacco di persone parlano di morte del Black metal. Non a caso, le ultime release degne di nota degli ultimi tempi riguardano Darkthrone, Carpathian forest e band meno conosciute come Forgotten tomb, Xasthur, Shining, May result (dalla Yugoslavia) o Khold. Ma molto è legato all’underground, e nessuno eccetto due o tre nomi sembra poter fare la parte del leader. Quale è la tua opinione sullo status del genere?
Domanda veramente difficile, la tua. E’ molto difficile trovare una risposta. Credo che il Black metal abbia totalmente perso le sue oscure origini, ed oggi è molto comune trovare persone che lo ascoltano e che riescono ad ascoltarlo. Alcune band, poi, hanno tanti soldi quanti ne ha il loro grande Dio, così le cose perdono in sincerità, in naturalezza. Ciò mi fa schifo. D’altra parte, se guardi nell’underground troverai un sacco di buone band che seguono i loro valori e resistono duro a questa pesantissima situazione. E’ l’underground che propone ancora i veri artisti. E io considero i Darkthrone una band underground, e noi adoriamo l’underground, così freddo e oscuro! Gli rivolgo un Hail!
Il fattore evolutivo però è stato un connotato importantissimo per band come i Ram-Zet. Che ne pensi dell’importazione di così tanta elettronica, e tastiere, nel mondo del Black metal?
Beh, le tastiere non sono assolutamente nel mio mondo. Ma adoro qualche album in cui se ne fa uso, ad esempio “666 international” dei Dodheimsgard.
La Norvegia aveva una scena particolarissima negli anni novanta. Elementi come l’omicidio di Vikernes, quello di Bard Faust o – in Svezia – quello di Nodtveidt hanno sicuramente dato popolarità al Black metal. Per non parlare di tutte le altre storie… Com’è la situazione attuale, a livello di mentalità, fra i musicisti di questo rango?
Omicidi o no, i primi anni novanta sono stati un periodo magico. Io parlo unicamente per i Darkthrone, e posso solo dirti che stiamo ancora viaggiando oltre i Portali Neri.
Parlando di altri nomi: i Mayhem hanno cambiato totalmente il loro stile, gli Emperor hanno bloccato la loro carriera per dedicarsi ai già vitali side projects di Ihsahn e Samoth, e i Satyricon hanno rilasciato l’anomalo “Volcano”. Che ne pensi di tutte queste cose, e di queste bands?
I Mayhem hanno rilasciato un disco non propriamente sugli standard. Ma i Mayhem sono sempre stati una band atipica. La loro fortissima personalità ha sempre portato la band un passo rispetto alle altre. Hellhammer ed io ci conosciamo bene, e posso dirti che i Mayhem nel futuro saranno ancora fortissimi. Gli Emperor hanno terminato il loro cammino, e sapevo da tempo che ciò doveva accadere. Faccio i miei personali auguri a Thomas e Vegard per le loro nuove situazioni. (chissà perchè nessun cenno sui Satyricon! n.d. Marco “Dark Mayhem” Belardi)
I Darkthrone non sono mai stati una band volta al tecnicismo, per rispettare le idee musicali intraprese. Qual’è, però, l’effettiva situazione tecnica di te e Fenriz? Del resto, su “Soulside journey” si intravedeva tutta un’altra cosa rispetto a ciò che si nota ascoltando “Under a funeral moon” od un altro lavoro del periodo mediano…
Sono migliorato moltissimo, ma ovviamente non suonerò mai su determinati livelli in un disco dei Darkthrone. Però ho sempre studiato per innalzare le mie skills di chitarrista. Ed è sempre soddisfacente sapere che sai suonare uno strumento anche quando non ti proponi al cento per cento sui dischi, per ovvie ragioni. E anche Fenriz ha fatto miglioramenti enormi.
Per terminare l’intervista, qualche parola per i lettori di MetalManiacs?
Non chiedetevi cosa il Black Metal può fare per voi, chiedetevi piuttosto cosa potete fare voi per il Black Metal! Hail! Hate them… do really hate them!!!