Il fatto che il panorama italiano stia qualitativamente crescendo è un dato di fatto ormai assodato nel corso del 2002, mentre lo sfruttamento della nostra penisola in ambito heavy ed alternative rimane ancora una fonte tutta da scoprire. I D-Vice, gruppo di Brindisi composto da 4 discreti musicisti (e che si avvalgono dell’aiuto del Sadist Tommy Talamanica), offrono uno spaccato davvero interessante del panorama metallico in circolazione. Ho letto su parecchie web-zine e riviste che questo disco/promo è uno degli ultimi prodotti del famigerato nu-metal: vorrei tanto sapere perchè certi redattori non ascoltino prima di parlare. Questo gruppo, in Synaestesia, riprende il concetto del frantic-core e gioca suo piacimento con le mille influenze che mostra vigorosamente in ogni singolo pezzo, un genere completamente frenetico e convulso che è molto singolare. L’accostamento che più si addice ai D-Vice, dopo l’ascolto ossessivo di quest’ottimo lavoro, sono gli immensi Meshuggah di “Destroy, Erase, Improve”: la band suona estremamente alterata, con ritmi convulsi e dispari, con un doppio cantato, con un doppio impatto sonoro e con uno stile raramente riscontrabile in altre band italiane. Il disco in 17 minuti non offre solamente ritmi cyber-thrash degni dei primissimi Fear Factory ma mostra un disco che rinnova una nuova visione del metal senza rifarsi a clichès privi di gusto. “Synaestesia” è un loop continuo, la prima canzone inizia dove finisce l’ultima e il susseguirsi delle tracce mette in risalto una qualità totalmente omogenea e definita che lascia interdere che i D-Vice non sono una band acerba, ma dotata di un carattere musicale definito ed in piena evoluzione. I difetti di “Synaestesia” sono pochi: la seconda voce, a mio parere, non sempre suona così decisa e convincente, mentre la band ha qualcosa da migliorare nel reparto compositivo visto che, nonostante il genere non lo richieda, a volte lascia intendere una mancanza di caratterizzazione dei pezzi. I D-Vice comunque saranno una band da seguire assiduamente e “Synaestesia” rappresenta, per me, una delle più belle sorprese di questo 2002.