Davvero interessante questo “Clamamus ad vos”, confezionato ad arte dai padovani Cum Fragore, band formatasi di recente (2002) sulle strade e nelle piazze, luoghi dove questi nostalgici dei tempi antichi sono da tempo soliti radunarsi per suonare strumenti acustici e intrattenere i passanti. Nel curato booklet, i Cum Fragore esplicitano il loro concetto di arte/musica: “ci allontaniamo senza rimorsi dalla sfrenata ricerca di originalità…perché a noi interessa suonare per le genti!”, “unire la comunità in uno spirito unico attraverso il ‘rito’ della musica”. Ricalcando le gesta degli antichi menestrelli girovaghi per le corti europee, i Cum Fragore vogliono suonare “non melodie nuove ed originali, ma musiche ascoltate nei vari paesi visitati e messe a disposizione dagli altri giullari”, “musica imparata tra il popolo e suonata per il popolo!”. Detto fatto: i tre brani contenuti in “Clamamus Ad Vos” sono riproposizioni di temi musicali più o meno noti (i più attenti ricorderanno la splendida versione di “Totus floreo” – dai “Carmina Burana”- fatta dai magici Ataraxia in “Historiae”, e la “Totentanz” di un certo Branduardi…), con adattamenti di testi anch’ essi noti (per lo più cantati in latino), infarciti di preziosi inserti di cornamuse, flauti, sonagli, ecc. . Quindi, un prodotto estremamente affascinante, presentato da un booklet illustrato da bellissimi disegni stile “miniatura” medievale, un’attitudine alla spontaneità, un approccio diretto e senza tanti fronzoli. Suggerisco comunque ai Cum Fragore di rivedere la voce solista, che avrei preferito pulita e più modulata, e invece è ancora troppo grezza e poco curata. E poi, consiglierei di eliminare le tracce di chitarra elettrica, a favore di quella acustica, o almeno suggerirei un suono elettrico sì, ma più adeguato al contesto (tipo Otyg, Storm, per intenderci). Infine, la batteria è paradossalmente troppo metal, troppo “moderna”: le avrei preferito semplici percussioni, o almeno un suono più acustico e meno meccanico. In ogni caso i Cum Fragore hanno passione da vendere e, limando e correggendo le imperfezioni di cui sopra, lasciano sperare in un roseo futuro. Inutile dire che chiunque ami Ataraxia, In Extremo, Otyg, Storm e compagnia bella, non può farsi scappare questo dischetto! “Clamamus ad vos (‘Vi chiamiamo’) non vuole essere solo un titolo, ma nasconde una volontà: “non creare un gruppo chiuso dove da una parte c’è chi suona e dall’altra chi ascolta, bensì mantenere i Cum Fragore un organismo vivo”.