Carpathian forest – Fuck you all

Ricordo di essermi un po’ incazzato all’ uscita di “Defending the throne of evil”, forse perchè ero convinto che i Carpathian forest, con o senza duo Nordavind/Nattefrost, fossero una inarrestabile macchina produttrice di ottimi album. E qui -trascurando le release dei primi ’90- parto da “Black shining leather” terminando con l’ adorato “Morbid fascination of Death”, uscita che più di tutte mi fece saltare sulla sedia in preda all’ entusiasmo, alla sua release date. Oggi però il Black Metal è cambiato, e lo si diceva anche quando uscì “Black shining leather”, e sono cambiati pure i blackster, così come i Carpathian forest. Quella band dalla personalità spiccata, coi giri blues infilati qua e la’, il sax a condire il tutto e pezzi della Madonna come “Doomed to walk the Earth as slaves of the living dead” a ricondire il tutto, oggi sembra avere le idee un po’ confuse, e passando per il triste episodio intitolato “Defending the throne of evil”, finisce per esprimersi in “Fuck you all!!!!” in un calderone di stili e di idee buttate lì che rappresenta al meglio, o se preferite al peggio, lo stato attuale della scena Black europea. I Carpathian forest, per tagliare corto, non sanno se fare i ruffiani, se pestare duro o se rimanere ancorati alle tradizioni e/o alle proprie origini musicali. Ci pensano sopra, non gli viene in mente nulla, e allora “Fuck you all!!!!”, accontentiamo tutti perchè se continuiamo a pensarci su il prossimo album lo facciamo uscire nel 2010! Yeah! Scherzi a parte questa potrebbe essere anche una sorta di miscela di tutte le influenze stilistiche che confluiscono in questa band, ma lo sapete, io sono malizioso e anche un po’ stronzo, dunque… “Fuck you all!!!!” è un contentino per i fan nelle due tracce che lo aprono, “Vi apner porter til Helvete” e “The frostbitten woodlands of Norway” (titolo che suona quasi come una parodia, uscito nel 2006 per mano di una delle formazioni leader che titoli del genere si rifiutavano di usarli nel 1998…), con una produzione old-style, o se preferite sporca, ed uno stile perlopiù riconducibile al Black canonico nonostante un mezzo plagio ai Bathory nel tema portante della seconda; poi è il turno di “Start up the incinerator”, il Thrash esplode nel suo break centrale per poi prendere del tutto campo in “Submit to Satan”, con tanto di piattate stoppate e tu-pa-tu-pa sulla batteria. Clichè su clichè che fanno sorgere qualche domanda, tipo: ma suonano bene questi pezzi? Così così… diciamo che in “Morbid fascination of Death” del Thrash ne veniva fatto un uso magistrale, qua no. I pezzi più canonici invece rasentano la sufficienza, la superano spesso, ma non si grida certo al miracolo. Anche “Diabolism” suona molto thrashy ma non convince del tutto, e si deve arrivare a “The first cut is the deepest” per rialzare un po’ il morale: andamento doomy, basso in evidenza ed un’ esplosione centrale da brividi. Unico sussulto insieme alla conclusiva “Shut up, there’s no excuse to live”, dove la band non resiste e tributa il cosiddetto Black ‘n’ Roll che tanto infuria in tempi recenti. Modaioli? Ruffiani? Non finchè escono pezzi riusciti, ed anzi vi dirò: sono i brani meno canonici quelli in cui “Fuck you all!!!!” ci regala i suoi momenti migliori. Dunque vada per il Black ‘n’ Roll se è funzionato anche nel caso dei Darkthrone, e un po’ meno per il Thrash se ‘sti Carpathian forest di oggi sono tutto fuorchè dei thrashers. Ma in futuro vediamo di essere un po’ meno indecisi, e di creare qualcosa di più omogeneo.