Boarders – Tribute to Megadeth

Interessantissimo, questo “Tribute to Megadeth”, disco dal vivo che riporta l’esibizione dei Boarders, in qualità di cover band di Mustaine e soci, al Metalagno 2002. Stilare una presentazione idonea del gruppo sarebbe un autentico suicidio: questi, formatisi nel lontanissimo 1987 come Thrash metal band, sono stati protagonisti – nel corso degli anni – di numerosissime vicende quali cambi di line-up repentini e firme contrattuali per gruppi di management i cui membri sarebbero stati di lì a poco messi agli arresti, lasciando la formazione in situazioni dal futuro vago ed insicuro. Fattostà che i Boarders hanno sempre resistito: l’arresto di Antonio Ferro della Fireball, avvenuto precedentemente alla release della seconda demo, è stato succeduto da ben dieci anni di attività in cui si segnalano tre produzioni, numerose esibizioni live, e partecipazioni concertistiche persino in luoghi quali l’ Autodromo monzese, il Rock Planet, Skagen e l’Indian saloon di Milano. Tutto sommato, i Boarders possono vantare una storia affollata da avvenimenti più o meno felici, e sebbene la scelta sia ricaduta sul proporsi solamente come Tribute band (presto recensiremo la loro ultima demo proprio su queste pagine), esperienza e qualità da vendere caratterizzano ampiamente i tratti del quartetto in questione. Il concerto del Metalagno è stato messo su compact disc mediante una suddivisione in due settori: tracce multimediali, di cui troviamo i videoclips di “Wake up dead” ed “In my darkest hour”, e tracce audio, ben sette. I Boarders si sono dimostrati lievemente statici sul palco, ma attitudinalmente ben presenti e favoriti dalla magnifica tenuta on stage del singer – chitarrista Egidio, Thrasher di classe 1970. Ottima l’interpretazione dei pezzi, incentrata sul periodo pre – “Countdown to extinction”, e trionfale nel caso delle ben acclamabili “Peace sells”, “Holy wars… the punishment due” e “Wake up dead”. E quando “Tornado of souls” inizia con il suo riff armonico, la memoria ritorna al mastodontico “Rust in peace”, affabilmente tributato ed onorato dai nostri nonostante una minuta pecca – relativa al solismo di Gigi – avvenuta in concomitanza col celebre assolo di Marty Friedman. La line-up non presenta lacune: la voce di Egidio ne è il punto di forza assoluto, capace di superare persino quella dell’eclettico e bravissimo singer degli Axtra (altra rinomata cover band dei Megadeth proveniente dal nostro territorio) in espressività e fattore emozionale. Tutto fila alla perfezione, dalle linee di basso dell’Ellefson della situazione – Oskar – sino al batterismo preciso e ben impostato di Roberto. Ottimo concerto, ottimo modo di far rimembrare al pubblico i fasti di una band, quella dei Megadeth, che ha scritto pagine di storia indimenticabili nonostante la nefasta e minacciosa ombra premonitrice dei cugini Metallica abbia sempre turbato il suo assoluto leader, Dave Mustaine.