Auticada – Auticada

Gli Auticada sono una band attiva nella pianura mantovana sin dal 1994, ma in passato hanno dovuto combattere con vicissitudini varie e frequenti cambi di formazione, giungendo ad una line-up stabile solo di recente; non stupisce quindi il fatto che il nome possa giungere nuovo alle orecchie del qui presente recensore e degli ascoltatori. Ad ogni modo, tralasciando il lato biografico, gli Auticada si segnalano per un rock melodico che pesca sia dalla tradizione pop-rock italiana (ad esempio i tanto deprecati a torto Timoria) al progressive anni settanta, anche se quest’ultima influenza è decisamente meno marcata. Per trattarsi di una demo la produzione è a livelli accettabili, anche se emergono sin dal primo ascolto alcuni difetti che purtroppo penalizzano la resa generale del cd: innanzitutto le tastiere affidate a Massimo Pirotti sono troppo prepotenti rispetto al resto degli strumenti e massacrano in particolar modo voce e chitarre. Soprattutto il vocalist Alessandro Zani è estremamente penalizzato dalla scelta, ed è un peccato perchè sinceramente apprezzo molto il coraggio dei mantovani di proporre un repertorio interamente nella nostra lingua. Soprattutto quest’ultimo fattore conferisce un tono di originalità al cd e gli consente di sollevarsi al di sopra della sufficienza, fermo restando però che il lavoro da svolgere in fase di mixaggio e di produzione in futuro dovrà tenere per dovere di cose conto dei difetti sottolineati dal qui presente. Onirica l’introduzione dell’opener Dimentica, affidata alle tastiere, la traccia a mio avviso risulta la migliore all’interno del disco anche grazie ad una bella prova della chitarra di Antonio Facchini e ad un’ingerenza meno autoritaria delle tastiere che invece si fanno apprezzare per piacevoli assoli. Gradevole la seconda fatica Aurea 1 che però scade leggermente nelle parti strumentali, leggermente noiose e pesanti da ascoltare. Introdotta da un coro ecco Maschera, canzone di buon livello, che purtroppo risulta la più penalizzata dai difetti di produzione precedentemente elencati. Buono comunque il lavoro svolto dalla band in generale. Le successive Aurea 2 e Vivo non riescono ad incidere come le tre sorelle precedenti anche se riconosco che si assestino su un livello decisamente al di sopra della sufficienza. Insomma agli Auticada di certo non manca la bravura, ma soltanto quella convinzione nei propri mezzi che potrebbe consentire ai mantovani di osare molto di più. Ora come ora la band risulta troppo tastiere-dipendente per farsi apprezzare al massimo però punti a favore ce ne sono, eccome; soprattutto vorrei complimentarmi con i ragazzi per la scelta di cantare in italiano.