Aura – The Wait

Cover
Tracklist
1 – Miserere Mei
2 – The Awakening
3 – Another Word
4 – Megey
5 – The Secret
6 – The Wait
Recensione
Genere: Heavy Metal

Gli Aura sono attivi dal 1996, e la loro prima testimonianza “discografica” risale al 1997, “Promo 97”, demo votato ad un thrash metal piuttosto sperimentale che fece guadagnare alla band la partecipazione, e la vittoria, della IV edizione di “Rassegna Rock giovane” di Sulmona. Sulla scia di ottimi responsi, gli Aura pubblicarono l’anno seguente “1998 cold”, nel quale si notava un indebolimento della vena thrash metal degli esordi, in favore di una più marcata impronta classic metal. Anche questa volta i responsi furono molto positivi, in Italia così come all’estero. A causa di problemi personali, risale solo al 2002 la pubblicazione di questo “The Wait”. C’è di che consolarsi, comunque: il combo di Sarpi ha tirato fuori senza dubbio un prodotto notevole! Il lavoro in questione è un concept album, ed in effetti è avvertibile, lungo tutte e sei le tracce di cui il cd si compone, una certa coerenza di fondo che dovrebbe accomunare ogni concept che si rispetti, al di là degli stili musicali adottati. Peccato soltanto non avere i testi sottomano per poter approfondire meglio la narrazione, della quale l’unico elemento noto è l’argomento: un viaggio tra i ricordi del protagonista, viaggio che termina al risveglio (“The Awakening”…) da un lungo coma: esattamente quando l’opera ha inizio.
Musicalmente, il disco mostra senza dubbio una personalità piuttosto spiccata e cercare dei nomi per esemplificare più chiaramente la proposta dei Nostri risulta compito senza dubbio arduo. Visto che spesso si tende a far danno ad un disco, cercando l’accostamento a monicker affermati, cercherò qui di aggirare l’ostacolo, descrivendo questo lavoro degli Aura con pochi, semplici e chiari aggettivi: metal – ma progressivo nel senso più ampio, affascinante ed elegante del termine… -, a tratti acustico e sognante, melodico e profondo. Credo sia il caso di complimentarci con i quattro componenti della band (più due ospiti: Francesco Di Verniere alle tastiere e Elena De Miranda alla voce), protagonisti di una perfomance strumentale di tutto rispetto: tecnica al punto giusto, e soprattutto capace, all’occorrenza, di fare sfoggio di generoso gusto artistico, come nei momenti acustici delle ultime due tracce, quelle arricchite dalla preziosa voce di Elena Da Miranda – che forse anche per questo risultano gli episodi più efficaci e riusciti. Proprio in queste due tracce mi sono saltati immediatamente all’orecchio gli interventi di chitarra acustica di Giuseppe Bruno (gli altri membri mi scusino, ma sarà che sono chitarrista anch’io…): davvero di gusto, eseguiti bene e interpretati ancor meglio. Davvero bravo! Peccato solo per la resa sonora del disco, senz’altro nella media dei demo che ho avuto modo di ascoltare, ma un lavoro come “The Wait”, secondo il mio modesto parere, meriterebbe ben altro trattamento. In definitiva: un lavoro che convince e che fa trasparire tutto il talento e le potenzialità di un gruppo che davvero non merita di passare inosservato.