Birkenau – Birkenau

Tracklisting:

1- Perfect men
2- Martyrdome
3- Pain valley

Genere: Thrash/death

E’moltro piacevole sentire che in Italia il metal estremo atto a riprendere le sonorità piu’estreme non lo sanno fare soltanto i Necrodeath, anche se e’piuttosto squallido vedere che in fondo, nonostante l’imponente numero di band underground che si imbattono nel genere, il metal estremo che in Italia e’emerso si restringe ad una cerchia limitatissima di gruppi. E con la speranza di vedere questa cerchia allargarsi a macchia d’olio come e’successo brillantemente in altri paesi, ecco qui uno dei tanti possibili candidati al salto di qualità, i Birkenau. La band romana si presenta infatti come un validissimo esempio di gruppo thrash/death, ancorato ed ispirato per molti versi a sonorità ampiamente slayerane, e con svariate influenze da piu’rami del genere: dai Death dei primi lavori, ai Kreator di “Terribly certainly” e “Pleasure to kill”, ai Sodom piu’furiosi, sino ai nostrani e gia’citati Necrodeath, in quanto a furia esecutiva e precisione. La demo, purtroppo, conta solo su tre tracce, e non mi sarà dunque possibile esprimere un parere definitivo sull’effettivo potenziale dei Birkenau, ma i contenuti sono veramente di alto livello. “Perfect man” si impone sin dall’avvio come song furiosa e violenta, con growl vocals mai troppo grezze (siamo sui livelli esecutivi dei Dismember) ma efficacissime e ben inserite nel contesto, linee chitarristiche che paiono esser state prodotte a cavallo fra la fine degli anni ottanta e gli arbori del decennio a seguire (ovvero nel periodo dell’esplosione del death metal), ed una drum machine ottimamente programmata, curata nelle sue parti e varia. Segue “Martyrdome”, altro concentrato di rabbia le cui sferzate thrash sono introdotte da un discorso in tedesco: la song si sviluppa attraverso un crescendo di intensità, passando prima per una fase in mid tempo forse troppo accostabile, per riffing, all’avvio di “Hell awaits” degli Slayer, quindi, attraverso una vera e propria detonazione sonora, si torna sui livelli della precedente song, per ritmi e qualità. Ottimo, davvero, tutto cio’, ma e’al termine della demo che c’e’spazio per le sorprese: “Pain valley”, brano dalla durata ben piu’consistente rispetto ai tre minuti circa dei primi due, si presenta come una strana mid tempo appoggiata su di un thrash metal mediamente lento e reso atmosferico dall’inquietante voce di Marco Righi, mutata di colpo come la sonorità di base del disco, quindi, il tutto muta di colpo con l’approssimarsi della parte finale della song. Che dire? Ottimo, il prodotto, rafforzato da una produzione di medio-buona fattura ed una lavorazione strumentale eccelsa, ma la durata della demo (soli dodici minuti) mi impedisce in parte di esprimermi in maniera totalmente entusiastica come mi suggerirebbe l’istinto. Altri ostacoli per la band potrebbero essere la momentanea mancanza di una line up stabile (privi attualmente di batterista), grosso problema per quanto riguarda la sede live, importantissima per le band emergenti, ed il dover rimpiazzare, appunto, le splendide linee di batteria con una vera esecuzione nel caso che le esibizioni dal vivo vengano in futuro prese come obiettivo primario. Per il resto, i miei sentiti complimenti ai Birkenau, altro valido esempio che l’Italia avrebbe davvero le carte in regola per mostrare ben altro rispetto a quanto viene fatto emergere oggi.