Scampato il pericolo di una nuova reunion fasulla grazie a quel gran capolavoro di “Mater of all evil”, i Necrodeath ci tenevano a dimostrare che la band e’oggi piu’viva che mai, prima con un home video interessantissimo, quindi con la ristampa di “Fragments of insanity”, e finalmente ecco il momento che piu’attendevo dal 2001 in quanto ad uscite metal nostrane: “Black as pitch”. Al primo ascolto emerge subito quanto questa band genovese da sola riesca a creare molto di piu’, tecnicamente, a livello compositivo e di potenza, di molte delle band italiane glorificate in massa dal pubblico tricolore ed oltre i confini. E cosi’ non resta che ammettere di trovarsi dinanzi ad un altro capolavoro targato Necrodeath, quasi con l’incredulita’di chi sta parlando di una band che pare decisa a non sbagliare mai un colpo ad ormai una quindicina di anni dagli esordi. Bellissimo, questo “Black as pitch”, e come ci si poteva immaginare degno e logico proseguimento di quanto iniziato con “Marer of all evil”: thrash metal velocissimo con influenze da svariati campi estremi quali il black ed il death metal, il tutto decorato da quella ciliegina sulla torta che e’la voce di Flegias, dotata di un marchio ormai inconfondibile e nera in tutte le sue sfumature e gli stili adottati, dal piu’malvagio degli screaming vocals fino a parti piu’basse e gutturali. Mai scontati, impreziositi dalla produzione ancora una volta nordica di Pelle Seather, i Necrodeath aggiungono rispetto al sound di “Mater of all evil” elementi piu’thrasheggianti nelle proprie graffianti ritmiche, ed uno stile di suonare davvero infernale e che giova di una registrazione quasi perfetta. I quattro fanno oggi piu’perno su pezzi diretti, a’la “The creature”, per intendersi, senza tralasciare il fattore mid tempo come nella atmosferica “Process of violation” o nelle prime fasi di “Saviours of hate” o “Red as blood”, che poi vedranno la band sfociare in infernali attacchi frontali impreziositi dal drumming perfetto di Peso. Grandissimi anche i lavori sulla stesura e sulla registrazione dei riffs. Da segnalare laa riedizione di “Sacrifice 2K1”, vecchio classico riadattato al nuovo stile dei Necrodeath e forse addirittura migliorato grazie agli enormi vocalizzi di Flegias, ed i capolavori “Red as blood” e “Church’s black book”, chiusa dalla narrazione di uno dei membri dei Carnal forge, che riporta la crudelta’degli atti di sangue commessi dalla Chiesa in passato, posta a concludere un disco musicalmente enorme, che vede i Necrodeath raggiungere l’ennesimo capitolo fondamentale per la musica estrema Italiana. Grandi, enormi, fantastici…fate vostra questa opera di Metal estremo!