Dario Beretta, chitarrista dei Drakkar nonchè writer di Metal Hammer, ha rilasciato per noi un’intervista nella quale dichiara i retroscena e le novità musicali che troveremo sul nuovissimo “Razorblade God”, successore del ben accolto “Gemini”.
Hail Dario. “Quest for glory”…”Gemini”…e adesso “Razorblade god”…dopo tanti problemi e tante soddisfazioni ad alternarsi fra loro, siamo finalmente all’uscita del terzo disco. Solitamente si parla della terza uscita come del disco della definitiva maturazione/consacrazione. Puoi parlarcene?
Beh, effettivamente il terzo album è sempre un traguardo importante: deve mostrare che il gruppo ha qualcosa da dire ancora, e che è capace di maturare e di evolversi. Io credo che in questo Razorblade God sia piuttosto efficace; lo trovo un disco nuovo, diverso dai precedenti senza per questo essere un voltafaccia. Penso soprattutto che mostri un sound più personale, se non originale, che unisce un riffing molto vicino al power/thrash americano di bands come Annihilator ed Iced Earth con i ritornelli epico/melodici europei, con alche qualche elemento orginale come l’uso cospicuo dell’hammond, piuttosto inusuale nel genere. Onestamente, però, devo dirti che penso che la band possa migliorare ancora, per il semplice fatto che è questa line-up, che ha apportato molti cambiamenti nel sound, è insieme da un tempo relativamente breve. Possiamo ancora crescere, affiatarci ulteriormente e secondo me spingerci ancora più in là. Ed è un bene, perché il giorno in cui non crederò che la band
possa più crescere ed evolversi, forse sarà il caso di appendere gli strumenti al chiodo!
In passato abbiamo visto Grapow alle chitarre sul vostro attualmente ultimo full lenght…com’e’ nata questa enorme collaborazione?
In maniera molto semplice; ho incontrato Roland al Bang Your Head del ’99 in Germania. E’ simpaticissimo ed ultra disponibile: quando l’ho reincontrato a Milano (era qui per promuovere il suo album solista con interviste) gli ho dato un demo di tre pezzi di Gemini, dicendogli: se ti piacciono, perché non suoni un paio di soli sul disco? Lui stesso mi ha richiamato in seguito per confermare la propria partecipazione.
A proposito di Helloween? Mark Cross e’dentro, in arrivo dai Metalium…che ne pensi dei recenti abbandoni in line up?
Mah, penso che erano nell’aria… Conoscendo Roland ho avuto modo di constatare già qualche tempo fa come si stesse dedicando a sempre più vari side-project… Questo poteva far intuire qualcosa. Se aggiungi che lui era entusiasta del lavoro svolto con Roy Z su “The Dark Ride” mentre Weikath per nulla (perché Roy ha scelto troppe poche sue song da includere sul disco), la frittata è fatta!
Sempre in tema di cambi di linea: anche voi vi siete ritrovati spesso dinanzi al problema in questione…possiamo dire finalmente che la vostra line-up e’stabile o ci si puo’aspettare qualche altro innesto?
Beh, sai, non si può mai sapere, ma questa line-up mi sembra molto forte sotto ogni punto di vista. Soprattutto c’è più lavoro di gruppo sui pezzi rispetto a prima, e questo mi fa ben sperare x il futuro!
“Gemini” vedeva la band maturata rispetto al debutto ufficiale…cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo futuro dei Drakkar e cosa avete in mente a lungo termine?
Come ti ho detto rispondendo alla prima domanda, i Drakkar vogliono continuare ad evolversi, ad arricchire il proprio sound senza snaturarlo. Cosa poi porterà il futuro, come disse qualcuno lo scopriremo solo vivendo!
Italia…….per molti un paese dove e’impossibile sfondare (e’il caso della scena estrema che spesso fatica), ma nel power metal sembra che case discografiche e band qua si aiutino maggiormente: come la vedi la situazione nella nostra penisola?
Penso che la nostra sia una scena in crescita, ma ancora decisamente underground. Il problema è che ci sono ancora troppi fan che ragionano secondo l’equazione gruppo italiano=gruppo di merda, a volte, abbiamo il coraggio di dirlo, anche per invidia. Non è un caso che più i gruppi italiani vendono, peggio di loro si parla qui da noi. Se fossimo più compatti nel sostenere le nostre band, come lo sono i tedeschi, potremmo avere ancora un buon margine di crescita… Comunque penso che in Italia ci siano molti buonissimi gruppi in ogni genere, non solo nel power, e che se continuiamo ad insistere tra una decina d’anni forse si parlerà con meno scetticismo di “Scena italiana”.
E di Davide dell’Orto alla voce, che ci dici? Si rivelera’in futuro un adeguato singer o ha ancora bisogno di un periodo di ambientamento nei Drakkar?
Penso che Dave abbia già svolto un lavoro eccellente su “Razorblade God”.Se dovesse migliorare ulteriormente, penso che potrà senza rubare nulla anessuno essere considerato uno dei migliori singer della scena italiana e non solo, perché possiede delle doti davvero notevoli. Grinta, potenza,estensione non solo in alto ma anche in basso… senza contare la grande presenza scenica. Se poi consideri che ha soltanto 23 anni…
Power metal e fantasy…due termini che vanno molto d’accordo. Che rapporti hai con il fantasy?
Io in realtà mi sono avvicinato al power, venendo dal thrash e dall’hard melodico, proprio perché affascinato dalle tematiche fantasy. Sono un fantasy freak sin da quando non sapevo nemmeno cosa fosse l’heavy metal, e scoprire musicisti come Dio ed i Blind guardian, così abili nel ricreare le atmosfere di Tolkien piuttosto che del ciclo bretone, è stato come un fulmine a ciel sereno. Devo dire che “Razorblade God” presenta una “virata” verso la fantascienza come tematiche (Gamma ray docet? n.d. Dark Mayhem), altra mia grande passione, perché penso di aver dato il massimo in termini di fantasy con il concept di Gemini, e voglio sempre spingermi avanti. Nonostante ciò, l’amore per il fantasy è rimasto parte di me, e non penso che si estinguerà mai. Proprio per questo mi danno fastidio certi gruppi che oggi propongono testi fantasy senza alcun significato, che non sanno vedere oltre il cliché del barbaro con lo spadone, e riducono il mio genere preferito a favolette per bambini. Probabilmente non hanno mai letto un libro fantasy in vita loro! E’ piuttosto irritante.
Il circuito musicale italiano vede nel vostro settore Labyrinth e Rhapsody come attuali capisaldi, oltre a band di rilievo come la vostra, o i Domine…Labyrinth e Rhapsody pero’per molti hanno fatto un lieve passo falso con le ultime due rispettive produzioni…sei d’accordo?
Mah, generalmente preferisco evitare di esprimere giudizi sul lavoro altrui, soprattutto se si tratta di band italiane… Comunque posso dirti che “Dawn Of Victory” a me è piaciuto parecchio, mentre per i Labyrinth, beh, il loro genere è sempre stato piuttosto lontano dai miei gusti, quindi non mi sento di poter dire qualcosa a riguardo.
Il power metal vede il picco di musica metallica melodica…pero’ forse in potenza ed inventiva ci sono molti casi in ccui il genere perde un po’…forse oggi girano un po’troppe clone-band (spesso si parla del caso Stratovarius e Sonata arctica)…il power oggi e’sempre il power che dominava alla fine degli anni 90?
Il problema è che le band di oggi si assomigliano troppo, come tu stesso hai detto. ci sono ancora ottimi gruppi e bei dischi nel power, ma la minestra riscaldata non mi è mai piaciuta. E’ uno dei motivi per cui noi abbiamo voluto fare con questo disco un ulteriore passo avanti, cercando di creare un sound più personale. Il genere oggi non gode secondo me di buona salute, artisticamente parlando… Comunque band come Angel Dust, Kamelot (almeno su disco) e Blind Guardian garantiscono sempre altissima qualità, quindi non scaverei troppo presto la fossa al power come molti stanno facendo ormai da due anni.
A proposito di nuove come out…Sonata arctica – Silence e Gamma ray – N.W.order…per molti sono due capolavori, per altri qualcosa di gia’sentito. Che ne pensi?
Ho sentito Sonata Arctica e non mi è piaciuto molto,come del resto il precedente. Ma si tratta di un tipo di power che ormai non mi coinvolge più come un tempo, quindi potrei essere io il problema! Gamma Ray non l’ho ancora ascoltato.
New sin studios per “Gemini”…per il nuovo disco come avete agito per la produzione? Ne siete fieri?
All’epoca di “Gemini”, soprattutto per reagire alle critiche (giuste) rivolte alla produzione di Quest For Glory, andammo nell’unico studio italiano che ci poteva all’epoca garantire un risultato certamente buono, ossia il New Sin. Fu una scelta azzeccata. Stavolta, invece, siccome il New Sin era prenotato per diversi mesi e non volevamo dilazionare troppo l’uscita del disco nuovo, abbiamo deciso di lavorare a Milano, al Bips Studio. Ci siamo trovati molto bene lì, devo dire, e sebbene il budget non fosse eccezionale (non lo è mai per le produzioni italiane) il risultato è a mio parere più che buono. Mancando un vero produttore, mi sono occupato io del tutto, essendo quello della band con più esperienza a riguardo; era la mia “prima volta” in un disco vero e proprio (in precedenza avevo prodotto o mixato dei demo), e sono abbastanza soddisfatto. Soprattutto perché è un’esperienza che mi ha insegnato molto, e credo che potrò fare ancora di meglio in futuro. Comunque si tratta di una produzione anche coraggiosa, se vuoi, perché abbiamo cercato di avere un suono molto live, che catturasse l’energia che la band ha sempre avuto in concerto e che invece non era passata a sufficienza, secondo me, nei dischi precedenti. E’ ovvio che non possiamo pretendere da 20 giorni di lavoro una produzione al pari di quelle degli Iron Maiden, ma credo comunque che il disco abbia un certo appeal e spero che piaccia ai fan.
Un breve messaggio per i fan italiani? Hail e grazie mille da parte mia per la disponibilita’!
GRAZIE per il vostro supporto, e per la gentilezza di tutti quelli che ci
hanno contattato, venendo ai concerti o scrivendoci via e-mail. Grazie per l’affetto che avete dato alla band, che è ciò che ci spinge avanti quando le “storture” del music-biz ci mostrano i lati più negativi del mondo della musica. E grazie a te per l’intervista e l’interessamento!