Localita:Siddharta (Prato)
Dopo i concerti di Domine e Necrodeath, per il Siddharta è stato il turno di una delle band simbolo del death metal a livello internazionale: i Napalm death di Shane Embury e Jesse Pintado. La band era all’occasione supportata da un gruppo grunge (si presuppone fossero dei connazionali) imcentrato su stilemi lievemente più violenti ed isterici di quelli proposti nella prima metà degli anni novanta dai Nirvana, sebbene il loro nome resti ignoto in quanto non compariva sui manifesti del concerto. La loro esibizione è stata nettamente fuori luogo, ed un pubblico bramoso di death metal nichilistico e devastante come quello presente non ha certamente aiutato la band ad esibirsi al meglio delle loro possibilità. Alla fine del loro (neppure troppo breve) concerto, la sorpresa più grossa è stata quella di vedere niente meno che Nicholas Barker (drummer di Dimmu borgir e Lock up , ex Cradle of filth) all’opera come tecnico della batteria di Danny Herrera. Notevole l’accoglienza relegata al talentuoso drummer, naturalmente presente in relazione alla collaborazione in corso con due membri dei Napalm death in quanto ai Lock up, band ai limiti del grind autrice di due album di discreta fattura. Il concerto dei Napalm death ha scatenato sul pubblico una dose massiccia di follia, in quanto il carisma della band inglese è parso illimitato quando impossibile da frenare: Jesse Pintado e Mitch Harris non hanno certamente fatto rimpiangere i loro predecessori (Bordadrick e Bill Steer dei Carcass, quest’ultimo ora in forza nei rockers Firebird), il singolare bassista Shane Embury si è dimostrato ancora una volta incredibile un’incredibile macchina a base di carisma ed esperienza, ma la ciliegina sulla torta è stata offerta dal grandissimo Barney, pseudonimo sotto al quale si cela il singer della band, Mark Greenway: esso si è continuamente mosso sul palco per tutta la durata dello show, instancabile quanto furioso. Il pubblico ha reagito scatenandosi in un pogo ai limiti della furia, cosa che non si vedeva al Siddharta dal concerto dei Necrodeath del 2000, e che ha fatto ben sperare in quanto alla risposta del pubblico in relazione all’ultimo disco della band: “Enemy of the music business”. I brani estratti dal nuovo lavoro dei Napalm death sono stati molti, forse troppi, sebbene sia stato lasciato un riverente spazio ai classici del gruppo: da “Scum”, a “Inside the torn apart”, alla bellissima “Breed to breathe”, alla convulse “Unchallenged hate” e “Mentally murder”, queste ultime estratte da “From enslavement to obliteration”: Purtroppo, solo due i pezzi estratti dal bellissimo “Fear, emptiness, despair”, con una band che ha preferito dare più spazio a repertorio del periodo dei fasti grind ed a quello immediatamente recente. Grandi, i Napalm death, a riprova che la furia di una band si misura soprattutto durante le esibizioni live, campo nel quale Shane Embury paiono non possiedere pecche di rilievo.